In Autunno la clausola sociale comincerà a produrre i suoi effetti anche in Calabria. In diverse regioni di Italia si stanno svolgendo trattative che hanno prodotto ottimi accordi che hanno garantito la piena continuità occupazionale per i lavoratori impattati.

Nei prossimi mesi, a seguito delle assegnazioni delle attività di contact center di INPS, Poste, Enel e Bmw circa 700, tra lavoratrici e lavoratori calabresi, saranno impattati da questa procedura.

Trattandosi di una procedura “nuova” per le lavoratrici ed i lavoratori del settore, nell’attesa che le assegnazioni si concretizzino e vengano avviati i percorsi formali, la Slc Cgil Calabria ha immaginato fosse utile fare un po’ di chiarezza sul tema, dando spiegazioni dettagliate su procedure, effetti e modalità di applicazione.

Ovviamente questa forma e modalità non sarà sostitutiva delle assemblee che faremo a partire da settembre presso i luoghi di lavoro, ma una forma innovativa ed aggiuntiva rispetto ai normali canali sindacali trattandosi di un tema che riguarda ben 4 aziende, circa 700 lavoratori, distribuiti in 3 province.

Nello specifico questa assemblea sarà rivolta a:

  • lavoratrici e lavoratori System House (Crotone e Reggio Calabria) – interessati all’attività POSTE;
  • lavoratrici e lavoratori Call&Call (Locri) – interessati ad attività ENEL;
  • lavoratrici e lavoratori Covisian (Rende) – interessati ad attività INPS;
  • lavoratrici e lavoratori Europ Assistance (Rende) – interessati ad attività BMW.

Trattandosi di una assemblea in diretta FB potranno partecipare e porre domande o richieste di chiarimenti tutte quelle lavoratrici e lavoratori del settore, o parenti ed amici di dipendenti impattati.

Nell’attesa di comunicare la data della diretta FB, orientativamente entro fine Luglio, proviamo di seguito a dare qualche breve informazione in merito.

A presto,

SLC CGIL CALABRIA

Perchè il sindacato ha voluto fortemente questa norma di dignità.

Negli anni il settore dei call center ha vissuto una precarietà diffusa anche tra i lavoratori a tempo indeterminato. Tant’è che si diceva “tempo indeterminato finchè l’azienda per cui lavoro non perde la commessa”.

Quanti casi abbiamo avuto prima del 2016 in cui una azienda perdeva commessa in favore di un altro outosurcer, e la perdente appalto licenziava o attivava ammortizzatori sociali, mentre la subentrante sull’applato assumeva personale?

Decine e decine di casi. Tanto da costruire nel settore dei call center in outsourcing un esubero strutturale di decine di migliaia di lavoratori. Per effetto anche di quella gestione scellerata dei cambi di appalto oggi ci ritroviamo con più persone nel settore rispetto al lavoro esistente.

Per anni come sindacato abbiamo provato a responsabilizzare le committenze sul tema, ma senza grandi esiti, anche perchè il sistema sopra descritto comportava profitti anche e soprattutto per le committenti.

Come si è arrivati alla clausola sociale per legge nei call center.

Ci sono voluti anni di battaglie, scioperi, manifestazioni per ottenere una norma di dignità che potesse dare continuità occupazionale, garanzie e tutele, collegando i lavoratori alle attività. Una norma che in tanti, troppi hanno provato ad osteggiare, proprio perchè una regola cosi chiara e rigida sfavorisce gare al ribasso contraendo i ricavi, fatti sulla pelle dei lavoratori.

Manifestazioni a livello territoriale, cortei lungo la capitale, la notte bianca dei call center dove per una notte migliaia di lavoratori del settore hanno rivendicato la clausola sociale, alla fine la conquista è arrivata tramite legge dello stato e poi successivamente recepita nel ccnl.

La norma e la sua esplicazione.

L’art.1 comma 10 della legge 11/2016 stabilisce che in caso di successione di imprese nel contratto di appalto con il medesimo committente, il rapporto di lavoro continua con l’appaltatore subentrante.

Il testo della norma è semplice chiaro e non soggetto ad interpretazione. Il rapporto di lavoro CONTINUA con il subentrante.

Ovviamente la norma generale aveva bisogno di essere meglio esplicitata, e pertanto nasce l’accordo tra le parti per regolamentarne il funzionamento.

Una volta assegnata ufficialmente la gara, l’azienda uscente deve dare comunicazione del cambio di appalto alle OO.SS. ed alle RSU con la quale viene indicato il numero di addetti interessati al cambio di appalto e le condizioni contrattuali (profili orari, livelli, mansioni, ecc.).

L’impresa subentrante dal suo canto deve formalizzare alle OO.SS. ed alle Rsu l’assegnazione dell’appalto.

Una volta completate le comunicazioni, si passa all’esame congiunto tra le parti per definire forme e modalità di passaggio dei lavoratori all’azienda subentrante sull’appalto.

Prassi da consolidare

Essendo una norma “giovane” ed avendo parecchi committenti ritardato le assegnazioni delle gare, la clausola sociale ha iniziato a vedere applicazione con i primi accordi solo di recente, per cui ancora non c’è una prassi consolidata. Questo genera ansie e preoccupazioni tra i lavoratori impattati, e spesso la confusione, frutto di scarsa informazione alimenta e ingenera angosce ed inquietudine.

Eppure gli accordi finora sottoscritti, e gli impegni assunti dalle aziende subentranti per le prossime clausole sociali, stanno producendo ottimi risultati con i lavoratori che proseguono senza soluzione di continuità il proprio lavoro, mantenendo i propri diritti ed il proprio salario anche nel passaggio all’azienda subentrante nell’appalto.

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