Dopo un contratto firmato per riportare internamente lavoro pregiato e professionalità editoriali perse negli anni, si deve registrare l’incapacità da parte delle Reti di comprendere un testo relativamente semplice come quello contrattuale o forse la deliberata volontà di stravolgerlo senza considerazione alcuna per i firmatari. Sono state identificate delle specializzazioni che oggi attendono di essere applicate, così come sono state indicate delle mansioni aggiuntive in attesa di essere adeguatamente utilizzate. Ad oggi, a circa 12 mesi dalla firma del contratto, non è stato dato seguito a nessuno dei due punti. Di conseguenza non si è realizzata la previsione – avanzata anche da parte aziendale – di riportare dentro il lavoro e le professionalità tipiche dell’area editoriale. Anzi, se possibile la situazione è in fase di peggioramento. Il Programmista Regista sta lentamente scivolando verso uno svuotamento delle competenze editoriali proprie della figura, e tutto questo mentre alcuni Produttori Esecutivi provano ad utilizzarlo come operatore di zainetto fuori da ogni logica contrattuale. Da una parte si assiste quindi al tentativo neanche troppo strisciante di introdurre questo modello ibrido, mentre dall’altra non si investe adeguatamente nella formazione di nuovi Video-Maker, attività al contrario pensata appositamente per le reti e che favorirebbe tanto il contenimento dei costi, quanto la rimonta di alcune delle competenze editoriali perse nel tempo. È del tutto pretestuoso, infine, pensare che la disponibilità di qualche collega ad essere impiegato in modo anomalo pur di non rimanere senza lavoro, possa diventare il cavallo di Troia per infiltrare nuove declinazioni di una figura già di per se stessa ampiamente versatile. In attesa che il nuovo piano industriale (e le nuove Direzioni previste) rilanci ed internalizzi il prodotto editoriale, restituendo ai lavoratori Rai l’attività ideativa e creativa, senza più tabù del “SOPRA LA LINEA”, le OO.SS. chiedono la massima valorizzazione dei Lavoratori dell’area editoriale ed una organizzazione che dia efficienza ad un’attività strategica, quale quella ideativa e creativa dei programmi RAI, necessaria a caratterizzare la RAI, come concessionaria del servizio pubblico, e come la prima industria culturale del Paese!

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