MANIFESTAZIONE 9 FEBBRAIO. Cgil Cisl e Uil in piazza per #Futuroallavoro

La Slc Cgil Calabria&Basilicata presente in piazza con tanti esponenti del mondo della comunicazione calabrolucana.

Partenza a sera tarda, chi alle 22, chi alle 23, chi a mezzanotte, zaino in spalla per affrontare la lunga traversata per raggiungere la capitale in pullman e partecipare a quella che poi è risultata per partecipazione una delle più grandi manifestazioni unitarie dell’ultimo decennio. Da Reggio Calabria, Vibo, Catanzaro, Crotone, Cosenza, Potenza e Matera, lavoratori dell’industria, delle telecomunicazioni, dell’emittenza, della produzione culturale e del settore call center, al fianco di tante lavoratrici e lavoratori degli altri comparti, unitariamente con Cisl e Uil, per sostenere le ragioni della rivendicazione del sindacato confederale sulla manovra finanziaria.

Una manifestazione di sostegno alle rivendicazioni sindacali, non una manifestazione contro le misure simbolo di questo governo, come si è cercato di far credere.

In particolare su Quota 100, abbiamo ritenuto una buona misura per favorire il pensionamento di qualche centinaia di migliaia di lavoratori, ma che sicuro ha un impatto molto residuale. Non è pensabile, ad esempio, che chi ha 60 anni di età e 41 di contributi pur avendo 101 come quota resti fuori dalla misura, così come chi ha 61 anni e 40 di contributi. Una misura riduttiva ed iniqua che sicuramente non supera la L.Fornero come più volte annunciato dal governo, ma che ha il paradosso di non premiare il maggior numero di anni di contribuzione versata.

In relazione al Reddito di Cittadinanza, può essere considerata una buona misura di contrasto alla povertà, ma che non da sicuramente risposte all’esigenza di lavoro, non crea le condizioni per lo sviluppo e l’occupazione.

Una manifestazione che nemmeno fake news e assalto dei troll hanno potuto contenere, le immagini parlano chiaro.

Di seguito un articolo tratto da Rassegna Sindacale che riporta l’intervento di Maurizio Landini Segretario Generale Cgil e un articolo di Calabria7 con una testimonianza di Michela Galluccio delegata sindacale della Slc Cgil. Ed in allegato la Piattaforma Cgil Cisl e Uil.

“È davvero uno spettacolo questa piazza così piena, così grande. E c’è ancora gente che deve mettersi in marcia per il corteo”. Queste le prime parole del segretario generale della Cgil Maurizio Landini, pronunciate dal palco di piazza San Giovanni, nel corso della manifestazione nazionale #FuturoAlLavoro con Cisl e Uil, a sostegno della piattaforma unitaria dei sindacati. “In tanti mi chiedono – ha aggiunto subito dopo – quanti siamo oggi. Ci sono troppi che danno i numeri in questo Paese: a loro dico, a questo punto, contateci voi”.

Noi siamo il cambiamento e chiediamo il cambiamento delle politiche del Paese”, spiega Landini: “Noi vogliamo la giustizia sociale e chiediamo una cosa molto precisa, cioè che al centro tornino le persone e il lavoro. Ma non un lavoro qualsiasi, bensì un lavoro dignitoso e che non renda poveri”. Il segretario generale della Cgil ha rimarcato che “abbiamo bisogno di unire il Paese e non di dividerlo. Il mondo del lavoro, che oggi è qui unitariamente, ha imparato sulla propria pelle che occorre fare di tutto per impedire che ci sia competizione tra lavoratori: questo si può ottenere soltanto assicurando a tutti gli stessi diritti e le stesse tutele. La competizione deve essere sulla qualità o sull’innovazione, non sui diritti e sul salario”.

Maurizio Landini, dopo aver ha poi rimarcato “i valori irrinunciabili del sindacato, che sono l’antifascismo e l’antirazzismo” e la necessità di vedere “applicata pienamente la Costituzione”, ha ricordato come “questi ultimi venti anni di austerity e di mano libera al mercato abbiano provocato l’aumento delle disuguaglianze, dell’ingiustizia sociale, della precarietà, oltre all’esplodere della questione ambientale e del riscaldamento globale”. C’è dunque “non solo l’urgenza di difendere i diritti, ma di usare l’intelligenza di tutti per pensare un nuovo modello di sviluppo, orientato alla qualità del lavoro e delle produzioni”.

Una domanda di cambiamento che “va rivolta anche fuori dell’Italia: a chi pensa di dividere l’Europa, rispondiamo che tutti uniti dobbiamo costruire l’Europa dei diritti e del lavoro. L’obiettivo è unire in Italia e unire tutti i sindacati in Europa: non è semplice, ma dobbiamo avere il coraggio di osare”. In questo quadro Landini ha fatto anche un riferimento alle delocalizzazioni, affermando che occorre impedire questi “spostamenti di produzione solo perché da altre parti i salari sono più bassi e ci sono meno tasse e meno diritti. I problemi non si risolvono rinchiudendosi nel proprio condominio”.

Si è tenuta a Roma il 9 febbraio scorso la manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil  contro le politiche economiche contenute nella manovra fiscale. In piazza anche moltissimi calabresi. Lo slogan era «Futuro al lavoro». La protesta nazionale dei sindacati è stata molto affollata. Nel corteo sfilano anche i “vecchi” leader della sinistra Massimo d’Alema, Sergio Cofferati e Guglielmo Epifani, oltre al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

Tra i calabresi in piazza  nella capitale anche molti giovani della nostra terra che credono nel lavoro e nella crescita economica. Temi che, a loro avviso, l’attuale Governo non starebbe trattando in maniera adeguata.

E’ Michela Galluccio, giovane militante della Cgil, a raccontarci il viaggio e la manifestazione di Roma. Il suo è il punto di vista di una lavoratrice calabrese impegnata che crede nel lavoro e nel futuro di questa paese. Una giovane donna contraria all’assistenzialismo che svilisce le capacità e le ambizioni di ogni essere umano.

Michela, che Calabria ha visto alla manifestazione di Roma?

“Sabato scorso è scesa in piazza la Calabria che non ti aspetti. Le analisi delle grandi testate dipingono il popolo del sud in fila per il reddito di cittadinanza. Invece il 9 febbraio tantissimi calabresi, nonostante la proposta simbolo del M5S sia stata approvata il 17 gennaio, sono scesi in piazza. Questo perché i cittadini del sud non si arrendono a questo stereotipo e non si fanno comprare”.

Che fascia di età ha partecipato alla protesta?

“La fascia di età era ampia. Nel mio bus si respirava orgoglio calabrese. Abbiamo parlato di tutto (dalle ricette tipiche dei comuni all’analisi dei pro e contro della rivoluzione telematica). I dibattiti si sono accesi facilmente perché c’era passione.  Noi ragazzi più giovani e appassionati abbiamo ascoltato i racconti un po’ nostalgici della vecchia Italia. Non c’è malinconia, c’è speranza.  Quest’ultima è stata alimentata ancora di più al ritorno dalla manifestazione”.

E’ stata così partecipata e così emozionante come raccontano in molti?

“Eravamo tantissimi! (Mai vista tanta affluenza). Chiunque dica il contrario mente. I comizi sono stati emozionanti. Il Riders (un ragazzo di circa 20 anni) parla di come il suo lavoro dipenda da un’app e sia e di come ogni giorno rischia la vita per strada senza nessuna tutela. Poi l’intervento più atteso. Parla Landini ed entra nel merito tutto”.

In merito all’intervento del nuovo segretario della Cgil. Quali i punti salienti?

“Ha ribadito i valori dell’antifascismo e dell’antirazzismo. Ha parlato della riduzione degli investimenti per il Mezzogiorno. Landini ha ricordato che è dovere del sindacato fare in modo che il tuo futuro non debba dipendere dalla regione di nascita (Veneto o Sicilia che sia)”.

Tante emozioni per una donna che come te combatte per ciò in cui crede. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

“Tutti siamo rientrati con la consapevolezza che un governo intelligente non può ignorare questa piazza. Tornati in bus abbiamo iniziato a leggere i primi post su Facebook. Eravamo stanchi (notte in bianco, ore di cammino e ancora un lungo viaggio ad attenderci), alcuni scrivevano  di “vacanza romana”, chi ci chiamava “madamine pro-tav” . Le reazioni sono state diverse, c’è chi si è arrabbiato, chi ha analizzato, chi se lo aspettava e chi ci ha riso su. Ma noi c’eravamo…”.

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