Slc Cgil Calabria. Assistiamo ad un paradosso ignobile. 543 lavoratori licenziati a causa di una azienda di Stato, dal management arrogante, con la complicità del governo, assente ed inerme.

Ricostruzione della audizione e considerazioni.

 

Ieri pomeriggio sono stati auditi in commissione congiunta lavoro/trasporti della camera i vertici di ITA, il presidente esecutivo dott. Altavilla e l’amministratore delegato dott. Lazzerini, per chiarire sulla scellerata gestione di 543 lavoratori del call center ex-Alitalia che ad oggi si trovano in due distinte procedure di licenziamento (qui i loro imbarazzanti tentativi di arrampicarsi sugli specchi https://webtv.camera.it/evento/20629).

In un goffo tentativo di arrampicarsi sugli specchi, i due manager hanno sciorinato teorie e mostrato slide che dicevano tutto ed il contrario di tutto, solo il fatto di non avere un contraddittorio gli ha consentito di portare a termine un ragionamento che resta in piedi esclusivamente nelle teste e nelle coscienze di chi non ha alcuna conoscenza della vertenza specifica e del mondo del lavoro (è vergognoso che alcuni parlamentari delle due commissioni non fossero minimamente a conoscenza dei fatti raccontati), probabilmente è proprio per questo che si sottraggono a tutti gli incontri ministeriali con le organizzazioni sindacali che non gli riserverebbero i “salamalecchi” stranamente riservati a loro da certa politica.

Riassumendo il discorso dei TOP manager: andava tutto bene, il servizio era perfetto, il prezzo addirittura aumentato del 30% ma Covisian ha interrotto il servizio.

Loro lo sapevano da febbraio ma non hanno detto nulla fino a maggio.

Ad aprile avevano proposto questo servizio a molti grandi player del settore (senza dire a chi) che hanno rifiutato (quindi era proprio molto conveniente!!!) e pertanto si sono stranamente trovati ad assumere una settantina di precari a Roma (le sedi sono da oltre 10 anni a Rende e da 20 a Palermo) spendendo centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici anziché riqualificare i lavoratori che gestivano l’appalto da anni.

Alla fine di questo discorso praticamente ITA ha speso (o spenderà) centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici per ottenere un bacino di precari a Roma (più qualche assunzione dal bacino ex-Alitalia in a.s.), un servizio clienti più scadente, una proiezione nel tempo di perdite economiche dovute al peggioramento della reputazione della compagnia e 543 lavoratori licenziati sulle spalle.

Tutto questo in nome del profitto, TOP.

Siamo sicuri che si tratti di un’azienda dello STATO ITALIANO?

Due ore e mezza a giustificare il fatto che si lasciano a casa 543 lavoratori perché banalmente costano troppo per poter assegnare l’appalto al massimo ribasso, una strategia banale e vergognosa che anche il peggior prenditore di provincia sarebbe stato in grado di mettere in campo, così come vergognosi sono stati gli interventi di alcuni parlamentari che con la loro tipica faccia di bronzo dichiarano di sacrificare centinaia di posti di lavoro sull’altare del profitto e contestualmente esprimono solidarietà verso i lavoratori e le loro famiglie, un bipolarismo pericoloso che sdogana teorie fantascientifiche purché strumentali alla loro convenienza del momento.

Per fortuna come organizzazioni sindacali abbiamo potuto contare su qualche parlamentare che ha saputo entrare nel merito della questione, ponendo i giusti interrogativi, ma ai quali nemmeno per loro c’è stata risposta.

Ps. Volutamente non abbiamo citato la vergognosa proposta di assunzione di qualche decina di persone su 543, utile solo ad infiammare una guerra tra poveri di cui non c’è affatto bisogno.

 

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