“In questi giorni assistiamo ed apprendiamo, dagli organi di stampa, notizie circa le discussioni svolte nel corso dei tavoli sul settore delle Telecomunicazioni svolti presso codesto spettabile Ministero.

Come parti sociali riteniamo che, a questi tavoli di confronto, sia assente uno degli attori principali: il Sindacato, che ha la piena titolarità della rappresentanza dei 120mila addetti che compongono l’intera filiera.

Al tavolo del 26 novembre 2022, alla presenza del capo gabinetto Caputi, rappresentammo tutte le nostre preoccupazioni per la tenuta occupazionale del settore, per il riassetto delle reti, nonché per il comparto CRM-BPO che, ormai da anni, sopravvive ai margini del settore, affrontando continue riduzioni sul costo del lavoro.

Tutto questo, in un paese che continua a registrare un forte ritardo sulla digitalizzazione e che, mai come oggi, avrebbe bisogno di confronto e sinergia tra tutte le parti interessate, compreso le scriventi.

Con l’implementazione della digitalizzazione il mercato del lavoro continuerà inesorabilmente a trasformarsi, con la nascita di nuove attività e la necessità di ulteriori, e sempre più aggiornate, professionalità. Questa trasformazione interesserà non solo i nativi digitali, ma dovrà essere accompagnata da una riqualificazione professionale su vasta scala che impatterà molti addetti del
settore.

Tutto questo mentre il settore delle TLC italiane, a differenza di quanto avviene nel resto d’Europa, continua a registrare risultati fortemente negativi con evidenti riverberi non solo sulla qualità del
servizio e dell’infrastrutturazione del paese, ma anche, diremmo soprattutto, sulla qualità del lavoro e sulla tenuta complessiva dell’occupazione. Evidentemente è il modello di sviluppo del comparto a
non funzionare, come del resto Ella stesso ha avuto modo di sottolineare nei giorni scorsi davanti al Parlamento. 

Certi della sensibilità, ci aspettiamo di essere coinvolti per affrontare quanto prima una crisi del settore già in essere da anni, e che sarà acuita ancor più dagli effetti che si paleseranno nell’immediato futuro. Una crisi che rischia di paralizzare il paese sulla crescita digitale e sulle sue
dinamiche infrastrutturali, oltre a generare effetti traumatici sull’occupazione.

In assenza di un coinvolgimento del Sindacato Confederale sul confronto per il futuro del settore, qualora si proseguisse nell’ignorare la voce dei lavoratori, nostro malgrado, valuteremo tutte le azioni necessarie per rappresentare le preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto delle Telecomunicazioni e gli interessi generali del Paese”.

I segretari generali

Fabrizio Solari, Slc Cgil

Alessandro Faraoni, Fistel Cisl

Salvatore Ugliarolo, Uilcom Uil

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