Nella giornata odierna le lavoratrici ed i lavoratori di Covisian operanti sul servizio clienti di ITA Airwais sono in sciopero per chiedere con forza l’intervento del governo al fine di salvaguardare l’occupazione di 534 lavoratrici e lavoratori operanti tra Palermo e Rende dopo la mancata conferma del contratto commerciale tra Covisian ed Ita. In concomitanza le strutture Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil di Sicilia e Calabria stanno chiedendo, attraverso le prefetture territoriali, la convocazione urgente del tavolo di crisi presso il Ministero del Lavoro.

L’adesione media allo sciopero che, ad ora, risulta essere oltre il 90%, con turni che hanno toccato picchi del 100%, conferma la forte preoccupazione degli addetti coinvolti in questa paradossale vertenza. Lavoratrici e lavoratori, operanti in appalto per un committente pubblico, che a distanza di 6 mesi dal raggiungimento di un sofferto accordo presso il Ministero del Lavoro, si ritrovano di nuovo a vivere momenti di angoscia e apprensione per il proprio futuro occupazionale.

Grande preoccupazione destano, inoltre, alcune notizie che si ricorrono da qualche giorno, secondo cui sembrerebbe che circa 70 persone siano state assunte a Roma per rispondere alle chiamate del servizio clienti di ITA. Qualora queste notizie trovassero conferma, si paleserebbe la chiara volontà di ITA Airways ad eludere quanto previsto dalla Legge 11/2016 in materia di clausola sociale da applicare per cambio appalto nel settore call center.

Oltre al comportamento di Covisian che si è tirata indietro rispetto agli impegni assunti in sede istituzionale, riteniamo grave che il governo non sia nelle condizioni di far rispettare un accordo sottoscritto appena 6 mesi fa, ed ancor più grave sarebbe, se le indiscrezioni trovassero conferma, il tentativo di ITA di eludere la clausola sociale assegnando le attività ad altro fornitore senza garantire la continuità occupazionale sancita da una legge dello Stato.

Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, nel sollecitare una convocazione ministeriale urgente che faccia chiarezza su quanto sta accadendo, avviando un tavolo di crisi per individuare le opportune soluzioni a garanzia dell’occupazione di 534 lavoratori siciliani e calabresi, non esiteranno a proseguire la protesta, a difesa dei posti di lavoro e di una norma di dignità che ha garantito nel corso dell’ultimo triennio oltre 15mila lavoratori coinvolti in oltre un centinaio di cambi di appalto. In assenza di una convocazione, entro breve, i presidi di protesta attualmente in svolgimento a Palermo e Rende, saranno convocati sotto le sedi del Ministero del Lavoro e del Ministero dello Sviluppo Economico.

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