È notizia di questi giorni l’annuncio, da parte di Almaviva, dell’avvio del processo di societarizzazione relativamente al sito di Palermo. In sostanza il piano annunciato dall’azienda prevede che tutte le attività di call center inbound, outbound e customer care vengano cedute ad una Newco interamente controllata dalla stessa Almaviva.  Parliamo per il territorio palermitano di circa 3.400 lavoratori di cui 2.800 a tempo indeterminato.
 
Da tempo Almaviva affronta un esubero strutturale a livello Italia, ed in questi anni la difesa dell’occupazione è passata attraverso un utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali. L’ultimo accordo, firmato lo scorso anno, in seguito ad un referendum che ha avuto circa l’82% di voti favorevoli, oltre al proseguo dell’utilizzo degli strumenti legislativi per combattere le crisi, impegnava lavoratori ed azienda a pesanti sacrifici pur di rilanciare il sito.
 
Ai lavoratori è stato chiesto, da giugno 2017 a giugno 2018, di rinunciare alla quota TFR spettante e di congelare quattro scatti di anzianità, una sorta di investimento/prestito dei dipendenti per salvaguardare il proprio posto di lavoro.
 
Questo periodo doveva essere utilizzato da Almaviva per poter effettuare degli investimenti e poter mettere finalmente in sicurezza il sito, superando definitivamente la crisi, o alleviando le sofferenze in termini salariali e di diritti per quei lavoratori a cui, dopo anni di sacrifici, era stato chiesto un ulteriore sforzo.
 
La risposta di Almaviva, l’investimento sul sito, la messa in sicurezza, il momento di ripagare i lavoratori dei loro sacrifici, sarà la societarizzazione? 
 
Quale saranno benefici per il territorio di Palermo e per migliaia di lavoratori?
 
La procedura avviata dovrebbe traguardare Giugno 2018, proprio lo stesso mese in cui scade la parte dell’accordo che ha previsto il pesante sacrificio dei lavoratori destinato al mantenimento dell’occupazione. 
 
Speriamo sia una mera coincidenza, una casualità. Non vorremmo ci trovassimo innanzi l’avvio di un periodo di fibrillazioni, preoccupazioni, timori, per ricattare un intero territorio, e con esso migliaia di lavoratori impattati, al fine di estorcere un altro periodo di sacrifici, proseguendo sulla via della deroga al Ccnl.
 
Riteniamo che la battaglia dei lavoratori palermitani sia una vertenza simbolo e fondamentale per la tenuta dell’intero settore, cedere all’ulteriore ricatto sarebbe apripista alla devastazione del comparto, già depredato da elusioni di un sistema di regole debole a causa di una carenza di norme specifiche. Derogare al ccnl significherebbe, non solo un ennesimo pesante sacrificio per i lavoratori palermitani, ma creerebbe la destrutturazione del modello contrattuale, dell’ultimo accordo di programma sottoscritto, e della stessa piattaforma rivendicativa per il rinnovo del contratto delle telecomunicazioni, intese incentrate sulla centralità e il valore fondamentale del contratto collettivo.
 
Saremo al fianco dei lavoratori e del sindacato palermitano in qualsiasi momento della loro lotta, perché la loro battaglia di civiltà ha un valore inestimabile per tutto il settore dei call center in outsourcing. La Slc Cgil Calabria è al loro fianco e sosterrà le iniziative di protesta che saranno messe in campo, perché cedere oggi a Palermo, significa destrutturare il settore in tutto il paese, e questo il sistema Italia non può permetterselo.

Lascia un commento