Le organizzazioni sindacali, insieme ad un gruppo di lavoratori del settore contact center coinvolti nelle vertenze Alitalia, INPS e Abramo, hanno incontrato il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, presente a Cosenza per una iniziativa elettorale.

Nell’illustrare le 3 vertenze più importanti al momento in Calabria, parlandogli delle ricadute occupazionali immediate che potrebbero generare (centinaia di posti di lavoro) le organizzazioni sindacali hanno sottolineato come le stesse rappresentino un banco di prova per tutto il settore del Customer Service in Outsourcing.

In merito alla vertenze ITA ed INPS è paradossale come sia proprio la committenza pubblica ad eludere l’applicazione della clausola sociale nei call center, pur essendo legge dello stato (legge 11/2016) nonché integrata nel CCNL delle TLC.

In riferimento alla crisi che sta attraversando la Abramo CC abbiamo sollecitato il Ministro affinché intervenga sulle ultime committenti rimaste di modo che si garantisca il proseguo delle attività e si accompagni una transizione in altre aziende del settore, come fatto già finora per migliaia di lavoratori.

In questi ultimi 2 anni, pur in pandemia, oltre 11.000 lavoratori hanno cambiato azienda in seguito al cambio di appalto non perdendo né diritti né retribuzione, non vorremmo pertanto che si creasse un precedente negativo proprio con committenze pubbliche affidate ad aziende controllate e sostenute al 100% da capitale pubblico.

Il Ministro, pienamente consapevole dell’importanza delle vertenze esposte, ha dichiarato pieno impegno ad intervenire in prima persona per agevolare una risoluzione positiva, tenuto conto del peso e del valore di una occupazione stabile in una terra del sud, a maggior ragione in Calabria, regione con il più alto tasso di disoccupazione generale e soprattutto giovanile.

Slc Cgil Calabria, unitariamente alle altre organizzazioni sindacali di categoria, proseguirà le propria azione rivendicativa a difesa della stabilità occupazionale nel settore dei call center in outsourcing, coinvolgendo tutte le istituzioni pubbliche, non esitando a mettere in campo ulteriori iniziative di protesta rivolte anche nei confronti della Regione Calabria, sistematicamente assente ai vari tavoli di crisi affrontati fino ad ora, e totalmente distante dalle problematiche di migliaia di lavoratori calabresi.

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